Come funziona un cronografo
Elegante, senza tempo e utilissimo per tutti coloro che, per passione o professione, amano misurare il tempo: si tratta del cronografo, un tipo di orologio sofisticato e dalla storia molto antica. Ma cos’è, come funziona e quali sono i campi di applicazione di un cronografo? Entriamo nel dettaglio e scopriamolo passo dopo passo.
Cos’è un cronografo?
Stando all’etimologia della parola, cronografo significa “scrittore del tempo” e, in origine, nasce come uno strumento a sé stante per misurare brevi intervalli di tempo. Al giorno d’oggi, invece, questo termine viene utilizzato per lo più per indicare un orologio da polso dotato di una funzione aggiuntiva che gli permette anche di essere un cronografo, in grado quindi di misurare gli intervalli di tempo in maniera estremamente precisa, senza interferire con il funzionamento dei meccanismi dell’orologio stesso. Proprio per questo, è stato e continua a essere molto apprezzato da astronauti, piloti e corridori, oltre che da tutti gli amanti dei calcoli e dagli appassionati di accessori di grande stile e carisma.
Ma come è fatto un cronografo? Ciò che lo contraddistingue a colpo d’occhio è la presenza di due o tre sub-quadranti, anche detti contatori o totalizzatori, che sono collocati all’interno di quello principale e che hanno lo scopo di registrare i secondi, i minuti e le ore trascorse dal momento in cui viene avviata la funzione cronografo. Per farla partire è necessario utilizzare due pulsanti esterni, uno per dare il via e l’altro per azzerare il timer dello strumento. I modelli più semplici solitamente registrano intervalli di tempo fino a 30 minuti, mentre quelli più avanzati e complessi arrivano a cronometrare anche 12 ore.
È importante non confondere questo particolare strumento con il cronometro, che si riferisce a un orologio dotato di altre caratteristiche: si tratta, infatti, di un orologio ad altissima precisione che, per essere riconosciuto come tale, deve essere testato e superare con successo varie prove che valutano la precisione dell’orario registrato. Questo significa, comunque, che qualsiasi orologio da polso potrebbe ricevere l’attestazione di cronometro, dopo aver superato specifici test, anche un cronografo.
Perché e quando nasce
La storia di questa particolare tipologia di orologi è molto interessante e ha origini piuttosto antiche. Il primo cronografo, infatti, è stato creato nel 1815 grazie all’opera dell’orologiaio Louis Moinet, che lo definì un compteur de tierces (“contatore di terzi”) e lo inventò come uno strumento di supporto in ambito astronomico, per cronometrare il passaggio di stelle, pianeti e delle loro lune.
Pochi anni dopo, nel 1821, l’orologiaio francese Nicolas Mathieu Rieussec ha prodotto il primo cronografo in commercio per il re Luigi XVIII: in questo caso lo scopo era misurare il tempo realizzato dai cavalli nelle gare da corsa, grande passione del re.
Nel corso dei decenni e dei secoli i cronografi hanno subito moltissime evoluzioni, divenendo strumenti molto importanti nel settore automobilistico e aerospaziale, tanto da aver avuto un ruolo fondamentale nel salvataggio dell’equipaggio dell’Apollo 13, che lo ha utilizzato per calcolare i secondi precisi necessari per l'alimentazione manuale del motore e la correzione della rotta.
Come funziona un cronografo
Ma come funziona un cronografo? Ebbene, premendo sul pulsante di avvio, che di solito si trova in corrispondenza delle ore 2, gli ingranaggi del cronografo iniziano a girare e a misurare il tempo: la lancetta del primo quadrante ha un tempo di rivoluzione di un secondo, la successiva di 60 secondi e l’ultima di 60 minuti. Premendo nuovamente il pulsante, gli ingranaggi si fermano e si può leggere il numero registrato. Il secondo pulsante, spesso collocato in corrispondenza delle ore 4, azzera il tempo e consente di partire con una nuova registrazione.
Queste misurazioni possono essere utilizzate per tantissimi scopi pratici, a seconda delle scale installate nel dispositivo. Le più usate nel corso dei secoli sono state le seguenti:
- scala telemetrica, che permette di calcolare le distanze;
- scala pulsometrica, che misura la frequenza cardiaca delle persone;
- scala tachimetrica, che calcola la velocità a cui ci si muove.
Gli orologi cronografi odierni, di solito, usano soprattutto una scala tachimetrica, che è decisamente la più comune, mentre le altre non sono più così tanto diffuse.
Il funzionamento del tachimetro
Grazie alla scala tachimetrica, il cronografo può calcolare la velocità a cui si sta andando, applicando una semplice formula matematica:
T=3600/t
Nella formula, “t” corrisponde al tempo in secondi misurato dal cronografo e impiegato per compiere un determinato percorso. Dividendo il numero 3600 per questo tempo, si ottiene il valore “T”, che viene mostrato sul tachimetro, e indica la velocità in chilometri all’ora a cui si sta viaggiando. È evidente che spiegare nel dettaglio come funziona un cronografo in maniera teorica è molto complesso, visto che si basa su precisi meccanismi e formule. La bella notizia è che, con un po’ di pratica, questo strumento diventa davvero molto semplice da leggere e usare!
Per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze, il consiglio è di individuare un cronografo in linea con il proprio stile, semplice da leggere e adatto a tutte le attività che si prevede di portare avanti indossandolo al polso: siamo sicuri che non deluderà le vostre aspettative.